Trieste - ex Hotel Balkan, Casa Nussa, Palazzo INA e Casa Fabris
in Via Fabio Filzi e Piazza Dalmazia

Sopra:
L'ingresso monumentale a bugnato, sormontato da una balconata a livello del primo piano, era originariamente arricchito da vetrate di Kolo Moser.

Ex Hotel Balkan: L'edificio,denominato in origine Narodni Dom e Hotel Balkan, fu costruito nel 1904 per la comunità slovena. Autore del progetto era l'architetto Max Fabiani, formatosi a Vienna tra il 1894 e il 1898 presso l'atelier di Otto Wagner, centro di cultura mitteleuropea e fucina delle nuove idee secessioniste. L'ingresso dell'edificio fu commissionato dall'architetto all'artista viennese Koloman Moser e danneggaito in maniera irrimediabile nell'incendio del 1920.
Primo vero centro polifunzionale costruito in Europa, l'immobile conteneva un piccolo teatro con galleria, una banca, una palestra, due caffè, due ristoranti, un albergo ed un considerevole numero di appartamenti, il tutto distribuito in maniera articolata intorno ad un cavedio centrale. Nel decreto di vincolo si evidenzia in maniera particolare l'unicità dell'edificio nell'ambito triestino: "L'Hotel Balkan rappresenta l'opera spaziale più importante fra quelle realizzate nella realtà omogenea triestina. L'architetto ha modo di applicare le nuove teorie funzionaliste formulate precedentemente da Otto Wagner nel suo trattato del 1895."
Nel luglio del 1920 l'edificio, in quanto centro culturale della comunità slovena venne devastato da un incendio appiccato dagli squadristi fascisti. Successivamente restaurato su progetto di Camillo Jona venne destinato ad albergo, con il nome di Hotel Regina. Nel 1976 fu acquistato dalla Regione che lo destinò a Casa dello Studente.
In seguito, fu interessato da una ristrutturazione iniziata nel 1988 ad opera dell'ingegnere Dario Clescovich.
Nel 1996 l'edificio fu acquistato dall'Università di Trieste per trasferirvi la Scuola Superiore per Traduttori ed Interpreti. Del progetto per l'adeguamento alle nuove funzioni nonché alle normative edilizie vigenti venne incaricato l'architetto Zelco che, nell'impossibilità di effettuare un restauro filologico, conservò dell'edificio solamente le facciate. (da: http://biblioteche.comune.trieste.it)


Piazza Dalmazia
Dal 12.6.1925 (Delibera della Giunta Municipale numero 54) si decise di «denominare il nuovo largo formato in seguito alla regolazione della piazza G. Oberdan: piazza Dalmazia»,


Panduro sulla Via Geppa
Casa Nussa del 1785. Fatta costruire dal greco Antonio Nussa., Dieci anni più tardi venne rialzata di un piano. Nel 1817 diventò di proprietà di Nicolò di Demetrio e Giorgio Sidro Nussa. Fu poi ereditata dalla famiglia di Demetrio. Sul portone c'è un mascherone in pietra che raffigura Antonio Nussa.
Sopra: Il Palazzo dell'INA Assitalia (1926-1930) progettato dell'Arch. Ugo Giovanozzi (l'anno seguente l'ingegnere Giuseppe Baldi apporterà alcune modifiche alla facciata). Il palazzo è posto tra Via Fabio Seveo, Piazza Oberdan e Piazza Dalmazia . Fu il primo palazzo costruito dopo la demolizione della caserma grande. Nel 925 il Comune ha promosso un concorso per la sistemazione della futura Piazza Oberdan con un disegno architettonico detto “Esedra Oberdan”, con i palazzi a semicerchio tra i quali si dipartono tre assi viari, con uno di questi che porterà al palazzo di Giustizia.

A sinistra Casa Fabris. stabile in Piazza Dalmazia, tra Via di Romagna e Via Martiri, della Libertà costruito nel 1853 dall'architetto Francesco Giordani per Giovanni Fabris e sede dell'antico e famoso Caffè Fabris dal 1857 che ha cessato l'attività da qualche anno. Il caffe' Fabris, noto ritrovo di intellettuali e irredentisti, fu completamente incendiato assieme al Portici di Chioggia e ad altri caffè di Trieste il 23 maggio 1915 alla notizia della dichiarazione di guerra da parte dell'Italia all'Austria Ungheria dai sostenitori dell'Impero Asburgico.

A sinistra di Casa Fabris è visibile il Conservatorio di Musica Giuseppe Tartini in Via Ghega e casa Nussa nella stessa Piazza Dalmazia.



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